Friday, November 27, 2009

La pappa buona che non fa ingrassare

Mi è capitato più volte di leggere ricette light che però si vantavano di essere gustosissime… parliamoci chiaro: o non erano veramente light (e io sono molto severa e rigorosa quando intendo ‘light’), o non sapevano di niente. Non so cosa darei per riuscire davvero a creare la versione light di ogni ricetta, senza una percepibile differenza. Eh eh lo so… è impossibile. Una parmigiana in cui le melanzane non sono fritte ma grigliate, una pasta al forno senza besciamella, una torta di soli albumi e senza burro… magari non sono male, magari saranno pure buone, ma non saranno mai come il loro originale. Però… sì, c’è un però…, può capitare di trovare una ricetta, di farla per caso, di trovarla gustosa, ma così gustosa da non pensare nemmeno che possa essere light e invece poi ci si pensi e, toh!!! è light!!! Ma light davvero, perdindirindina!!!

La ricetta che propongo oggi è in assoluto uno dei miei piatti preferiti: quando sono a dieta (anche rigorosa), se mi cucino questo mi alzo da tavola soddisfatta come dopo chissà quale piatto. L’avevo già proposto tempo fa in versione croccante con l'orzo, lo ripropongo, perché secondo me ne vale la pena, e visto che, (buffo ma vero), qui in Cina mi è riuscito persino meglio.



Pappa di riso e cereali filante al pomodoro e melanzane

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Ingredienti per 1-2 persone:

1/2 melanzana
2-3 pelati +un po’ del loro succo
80 g di riso misto a farro/orzo/grano (potete anche usare solo una di queste qualità. Usando i cereali verrà un piatto più croccante, aggiungendo il riso sarà più una… ‘pappa’)
1/4 di cipolla

basilico
2-3 fettine di Galbanino (facoltativo)

sale
1 cucchiaino d’olio (facoltativo)

Come prima cosa tagliate a cubetti la melanzana dopo averla lavata, e fatela grigliare in una padella, girando i cubetti per non farli bruciacchiare. Quando saranno pronti metteteli in una ciotola.

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Nella stessa padellina ancora calda mettete il cucchiaino d’olio, poi versate i pelati tritati e la cipolla affettata sottilmente, aggiungete il sughetto, salate e lasciate cuocere, coperto e a fiamma bassa, mescolando spesso. Se avete il basilico fresco lo consiglio vivamente.

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Intanto mettete a bollire il riso in abbondante acqua leggermente salata.
Quando il sugo sarà pronto spegnete e lasciatelo aspettare fino a un minuto prima di scolare il riso.


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Allora aggiungete le melanzane al sugo e riaccendete a fiamma bassissima, poi il riso scolato, e mescolate, fino a che tutto diventerà di un bel rosso.


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Allora aggiungete il Galbanino tagliato a cubettini, lasciate che si sciolga un pochino poi mescolate bene.

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Servite con basilico tagliato a pezzetti.

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E’ una vera bontà.


Proseguendo la telenovela Sako-Gaijina, lunedì ero di pessimo umore. Poi la sera mi ha chiamata, tutto gentile, per chiedermi perché non ero andata in palestra, per ringraziarmi di nuovo della pizza, per dirmi che era buona e per chiedermi quando sarei andata a cucinare di nuovo. Gli ho chiesto “Tu quando parti?”
”Non so se vado a Shanghai, forse sto qui”
”Allora se stai qui facciamo il prossimo weekend, se invece parti facciamo il prossimo weekend che sarai qui”
”Ah ma tanto ci sarò, non voglio andare a Shanghai”
”Ok, no problem”
”Maaa… quand’è che ti trasferisci a vivere qui?”
”Ahahahah non lo so! In ogni caso avrei bisogno di tutta la mia roba per cucinare”
”Non c’è problema, porti tutta la tua roba qui!”
”Il prossimo mese prendo il forno così poi posso cucinare quando voglio!”
”Non prenderlo il forno, non prenderlo! Se no poi non vieni più”
A me è bastata questa telefonata per cambiare umore da così a così. Stupida Gaijina.
Martedì mi ha scritto un messaggio per chiedermi se andavo in palestra.
Mercoledì mi ha chiesto come stavo e se avevo bisogno di qualcosa (ero raffreddata), mi ha chiesto se avrei lavorato il giorno dopo (poi capirete il perché) e alla fine ci siamo visti al Qbar, alla ladies’ night, dove si è comportato bene, nel senso non ha fatto lo scemo con altre ed è stato sempre con me. Però poi ognuno è tornato a casa sua :(.
Durante la serata mi ha detto che il giorno dopo sarebbe andato a prendere la macchina, ed era eccitato come un bambino!
Giovedì…….. gli ho chiesto com’era la macchina e se era felice, e lui mi ha detto di sì, ma che aveva di nuovo problemi di stomaco quindi sarebbe andato a mangiare la zuppa di riso alle 7, in un posto specializzato in mille tipi diversi di zuppe. Mi ha detto che sarebbe venuto a prendermi alle 7 e che saremmo andati là.
Lo so, lo so, non era un appuntamento e probabilmente ci sarebbe stato anche Jack, e sapevo benissimo che era un modo per usare la macchina, e che non c’era nulla di romantico in tutto ciò, ma io mi sentivo eccitata come a un appuntamento!! Con Sako alla fine di appuntamenti ne ho avuto solo uno, la sera sul suo balcone con le candele, la sera in cui tutta Qingdao sapeva che eravamo insieme perché dalla via dei locali guardavi in alto e vedevi le nostre sagome sedute fuori al 16° piano, con la bottiglia di vino e la candela. Quindi per me era comunque una novità.
Per fortuna che ho molti amici maschi e quindi conosco abbastanza bene il cervello maschile, perché alle 6.10 mi ha chiesto se ero pronta e che stava partendo! A volte è proprio un bambino, che non può aspettare di giocare col giocattolo nuovo!! Io comunque ero pronta quindi è passato a prendervi. Era solo!! Pure vestito bene! Mi ha fatto fare un giro, poi siamo andati a prendere Hovig per accompagnarlo all’incontro di calcio, poi siamo andati in questo ristorante… Un posto immenso, enorme, pieno di roba da mangiare!!! Mi è sembrata una vera bestemmia andare lì per mangiare solo una misera zuppa di riso… Ma visto che dopo l’acquisto della macchina anche lui si dovrà dare una calmata (ecco perché non va a Shanghai), e che eravamo lì per mangiare la zuppa, mi sono adattata ripromettendomi di tornarci!
Poi siamo andati da lui, ed è stato molto carino. Ogni tanto mi accorgo che io con Sako non parlo molto. A parte che ultimamente non siamo mai da soli, ma poi quando capita parliamo di stupidate, in genere si scherza e si ride, ma nient’altro. Invece quella sera abbiamo parlato un sacco, delle nostre culture, delle nostre famiglie, di come siano cambiate le cose negli ultimi anni, di come si siano persi i valori e le tradizioni, almeno in Europa. Mi diceva che il motivo per cui suo padre è tanto preoccupato che lui sposi una ragazza europea è proprio che sa come le cose stiamo degenerando, di come le ragazze europee di oggi non rispettino il compagno e non si dedichino alla famiglia e poi prendano e se ne vadano. Gli ho raccontato di me e dell’educazione che ho ricevuto, molto severa, da mio padre, e che anche se da bambina è stata dura, adesso sono contenta di essere come sono, perché so stare a tavola in maniera corretta, sono educata e so fare le cose che una donna deve saper fare. Ma che in Italia non tutti sono così, ho tante amiche che (scusate il termine) sono delle vere troiette viziate, che in casa non fanno una mazza e non sanno manco cucinarsi un uovo sodo. Che rispondono ai genitori, che portano a casa un fidanzato a settimana e i genitori permettono che dormano insieme in casa loro (da me, piuttosto la morte!). Lui mi ha detto che in Libano questo non esiste… In famiglia c’è il rispetto assoluto, le figlie sanno fare tutto in casa, l’uomo si occupa di lavorare e la moglie non è tenuta a fare un altro lavoro, ma non perché debba essere dipendente dal marito, ma perché fare la mamma e la moglie è considerato un lavoro vero e proprio, quindi mica può farne due!!! Quindi se la donna vuole lavorare lavora, ma allora si prenderà un aiuto in casa, una donna delle pulizie. Io pensavo che per certe cose la cultura libanese mi piace, voglio dire… non è poi così diversa dalla mia. Mi piace che ad esempio lui mi abbia assolutamente impedito di far sedere Hovig davanti, in macchina. Mi ha detto che nella loro cultura non esiste che, se c’è una ragazza in macchina, lei stia dietro. Io mi ero offerta pensando di fare cosa gradita, perché tra i miei amici se la ragazza va dietro e lascia il posto davanti ai ragazzi è wow, cool! Invece… Cioè, sembra quasi una contraddizione, laddove per certi aspetti la donna è com’era da noi negli anni ‘50, per altri non è affatto sminuito il suo valore… anzi!! Sako non smette mai di dire quanto sua madre e sua nonna siano fantastiche, perché tutto il giorno cucinano e puliscono, come instancabili, e come siano state perfette a condurre una famiglia. Mi ha detto che in Libano non esiste che uno dei due coniugi metta le corna all’altro… mai. Assolutamente. Ma non perché lo nasconda bene o cosa, ma perché proprio nessuno, neanche il peggiore dei peggiori, farebbe mai una cosa simile. Per questo lui adesso è così… perché quando si sposerà esisterà solo lei, e sarà la donna più fortunata sulla terra. Dice che l’uomo è tenuto a comprare una casa e una macchina e a provvedere alla famiglia, altrimenti che uomo è? Poi gli ho detto che io amo i bambini, ma sono preoccupatissima di crescerli al tempo d’oggi… Perché potrò educarli bene quanto vuoi, ma appena metteranno piede all’asilo, entreranno nella società, saranno influenzati dagli altri bambini, che hanno il cellulare alle elementari, che rispondono male ai genitori, che vanno alla scuola media vestite e truccate volgarmente, che restano incinte a 13 anni e che in casa non sanno fare un’emerita mazza!
Insomma… tanti bei discorsi, interessanti e vari. Poi è arrivato Jack, ci siam messi a guardare un film, e Sako si è di nuovo addormentato abbarbicato a me, come un bambino. Mi sento più una mamma per lui, più che una qualsiasi sorta di ragazza o compagna. Ma va beh, inutile dire che a me va bene così, vero?
Ieri sera non si è fatto sentire, e oggi finora nemmeno. Indovinate il mio umore com’è? Dico solo che stamattina ho pulito tutta casa, e che ieri sera l’ho passata mangiando tutto quello che c’era. Zucca al forno, poi latte con un pacco di biscotti al cioccolato, poi mezza confezione di datteri, poi ho finito le arachidi, poi una scodella di porridge con mezzo vasetto di marmellata. Infatti adesso è la mezza e ancora non ho mangiato niente! Vado, va’… ve faccio sapè!

Wednesday, November 25, 2009

Il sabato… e la domenica pizzesca

Chiedo scusa per i due post a raffica uno dopo l'altro, ma ho pubblicato per errore... e sinceramente non so come tornare indietro e non son sicura che se lo cancello mi rimanga la bozza da poter postare poi!

Sabato tutto taceva… la sera allora, un po’ depresse (io per Sako e Ale per Octavio… sabato è stato il giorno del silenzio), abbiamo accettato di unirci a Raul, Bryan, Elena e altri loro amici per una cena al Giapponese Teppayaki. Non siamo proprio amici, diciamo che ci conosciamo per motivi di lavoro, però ultimamente ci siamo conosciuti meglio e apprezzati, quindi abbiamo pesato che una volta tanto potevamo accettare di fare qualcosa con loro. Dopo, però, io sarei dovuta andare al compleanno di Sette, al Qbar, dove c’erano tutti gli altri.
La cena è stata un colpo, son partiti 200 yuan a testa!!! Io mi aspettavo 168, come c’era scritto, e invece… Niente da dire sul cibo, sia chiaro, ma adesso non mi potrei proprio permettere di spendere così tanto in cene.
Comunque… Sono arrivata al Qbar in ritardo, ed è la prima cosa che Sako mi ha detto. Lui sembrava carino, quando gli parlavo mi sorrideva, sembrava interessato, anzi ha voluto pure fare alcune foto noi due insieme (le sto aspettando con trepidazione perché sto avendo problemi di capelli ultimamente e quella sera erano particolarmente deprimenti), e poi me ne ha fatte fare alcune di me col sigaro di Jack in bocca e la faccia schifata.
Poi, ci spostiamo al New York. All’inizio tutto bene, poi arriva una tizia e lo porta via… lo porta a ballare. Io all’inizio divertita perché sta qui era più grande, non dico vecchia ma insomma… non certo una ragazzina! E Sako sembra proprio un ragazzino, insomma… Lo immaginavo imbarazzato che non si osava rifiutare. Poi, un po’ di tempo dopo, quando dovevano andare a pagare, non lo vedo più ricomparire, e lo trovo impegnato a parlare con un’altra tizia, anche questa molto più grande. No ma dico, che sta succedendo??? Parlano, parlano, parlano… per almeno 40 minuti, che a me sono sembrati 3 ore. Tanto che noi ce ne volevamo andare e non sapevamo che fare. Alla fine ci siam passati vicino, Jack gli ha detto che stavamo andando via, io ho solo sentito lui che chiedeva alla tipa se conosceva un certo ristorante… a me è bastato quello che già la serata era rovinata. Anche perché pensavo che quella sera sarebbe venuto da me, visto che in settimana entrambi lavoriamo e che era tutta la sera che mi diceva di bere, che mi voleva allegra… per cosa mi vuoi allegra scusa, per lasciarmi sola?? Alla fine quello più che allegro era lui, che usciti dal bar continuava a dire a noi ragazze “You go, go, go! You go, go, go!”… Io effettivamente dovevo andare perché la domenica mattina lavoro ed era già tardi, però voglio dire… che modi!! Ora forse non rende, però quella sera mi ha fatto proprio male… Davanti a tutti i nostri amici, che han visto tutti che lui ha trascorso un sacco di tempo con sta tizia e poi ci mandava via… insomma, non mi è piaciuto. Tutti i piani andati! Fatto sta che siam salite sul primo taxi e non ci siamo neanche salutati.
Arrivata a casa son scoppiata… un po’ avevo bevuto un paio di cocktail quindi quello mi ha ‘aiutata’, ma pensavo che il giorno dopo sarei dovuta andare a fare la pizza ma col cavolo mi sarei sbattuta se lui non si fosse fatto sentire!! Poi ero pure preoccupata che lui pensasse che non l’avevo salutato perché me l’ero presa per via della tizia e che la cosa gli desse fastidio perché vista come una scenata di gelosia… che non era, perché io riesco a nasconderla molto bene, la gelosia… piuttosto mi faccio rodere dentro, ma non lo ammetto mai, almeno con l’interessato. Insomma… una serata finita proprio male.
Domenica al lavoro ero uno straccio… dopo aver pianto fino alle 3 e avendo dormito solo 4 ore e mezza, non ero proprio quel che si dice un fiorellino fresco.
In ogni caso… sempre più depressa mi trascino il pomeriggio, poi alle 4… squilla il telefono! E’ lui che come se niente fosse mi chiede a che ora pensavo di andare… Bene, si è ricordato almeno… Quindi piglio la roba e vado.
Lui come se niente fosse… anzi, adorabile come negli ultimi tempi. Dice che ama le ragazze italiane, e che sposerà sicuramente un’italiana, perché (a detta sua) sono carine, hanno le tette grosse e sanno cucinare. Io gliel’ho detto, che mica tutte le italiane sono così… ho evitato di spiegargli che io sono così perché sono stata educata in un certo modo, sono una stupida che ama dare alla gente tutto quello che può, e attualmente molto presa da lui.
Comunque, la pizza è venuta meglio dell’altra volta! Stavolta sono andata a occhio con l’acqua, l’impasto era più morbido e appiccicoso come dovrebbe venire, e alla fine sono uscite tre belle pizze! Però la farina ha qualcosa di strambo, non è come la nostra. In ogni caso, hanno apprezzato, la fatica, il pensiero e il cibo.
Poi Ale ha fatto i brutti e buoni e io mi sono rimpinzata a dovere, vergogna. Insomma, con loro non è ancora successo che sia avanzato qualcosa!!! Adesso vorrei chiedere a Jack di spiegarmi come fa il pollo, che a me piace molto e credo possa interessare anche a voi cuochette…!
Domenica poi, giusto così per rovinarmi la serata, lui si rimette a chattare. Noi tutti lì insieme a guardare un film, e lui a chattare su skype. Ma insomma!!! Era l’ultima occasione che avevo io per fermarmi da lui, non lavorando il lunedì, e guarda tu se me l’ha chiesto!! Io mi ero portata tutto la roba ma di certo non mi auto-invito! Insomma… alla fine me ne sono andata con Hovig mentre lui ancora era tutto occupato da sta cacchio di chat. Inutile dire che penso che sia la trentina shanghaiese… da cui dovrebbe andare questo weekend. Damn it!

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In ogni caso, per la pizza:

700 g farina 0
sale (io 4 cucchiaini minuscoli e un pezzetto)
1 bustina di lievito di birra Mastrofornaio
2 cucchiaini di zucchero
1,5 cucchiai d’olio evo
350 ml d’acqua tiepida (ma ne ho aggiunta ancora dopo, tenetevela lì in caso di bisogno)

Fate una fontana con la farina e il sale, al centro mettete il lievito, lo zucchero, poi cominciate a versare l’acqua, e infine l’olio. Cominciate a mescolare il centro con una forchetta prendendo man mano la farina dai bordi, poi proseguite a mano impastando con energia fino ad ottenere un panetto morbido e appiccicoso… e la ciotola e le mani devono essere pulite!

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Poi sbattetelo con forza nella ciotola quanto più volte avete voglia, per far uscire l’aria…

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Fate la croce e lasciatelo lievitare coperto da uno straccio umido e da una coperta in luogo caldo privo di correnti d’aria, per 1,5-2 ore.

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Riprendetelo, dividetelo in parti, stendete l’impasto nelle teglie oliate (a me son venute tre teglie rettangolari, in tutto 18 quadrati di pizza… ci abbiam mangiato in sei), poi copritele di nuovo come prima e lasciatele riposare mezz’oretta. Passato questo tempo vi sarà facilissimo stenderle alla perfezione.

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Conditele a piacere, filo d’olio evo e via in forno (calore solo sotto) a temperatura massima per una ventina di minuti… ma non scappate, perché nel mio caso devo scambiarle di posto qualche volta per ottenere una cottura uniforme! Beh, che ne dite? Magari non sono migliorata ma adesso mi sento molto più sicura!!!

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Mancava proprio il mio adorato basilico!!!!
Ho usato la scamorza (non affumicata) che mi ha spedito mamma insieme a un po' di galbanino, passata cirio, origano, sale, tonno, tonno-cipolla-olive nere-timo, margherita, filo d'olio. La migliore a mio parere era la seconda, margherita semplice... cotta al punto giusto. Anche Sako ha apprezzato quella lì più delle altre. Beh per certe cose almneo siamo d'accordo, no?


Tuesday, November 24, 2009

Polpette al sugo per festeggiare l'atteso ritorno!

Sako è tornato giovedì… io venerdì ho invitato tutti a cena. Ero felice, sono uscita da lavoro e andata direttamente a far la spesa, spendendo un patrimonio nel centro commerciale più caro perché è il più vicino e volevo far prima… Ma ero felice davvero, presa benissimo, non so neanche io perché. Forse perché sarebbe stata la prima cena a casa nostra? Boh! E dire che fino all’ultimo non ero neanche sicura se sarebbero venuti quella sera o il sabato! Ma stavolta niente panico… avevo in programma polpette al sugo e risotto ai peperoni, quindi le polpette le avrei potute preparare in ogni caso e tenerle per il giorno dopo, e il risotto tanto lo avrei fatto all’ultimo, quindi… ho pensato: “Facciano quello che vogliono, io son pronta in ogni caso!”.
Gli invitati erano Sako, Jack, Hovig, e poi abbiam chiamato anche Octavio, che sta uscendo con Ale e che oggi è ripartito per il Messico.
A casa di Sako e Jack attualmente sono rotti entrambi gli ascensori, indipercui ogni qual volta si entri o esca da casa loro ci sono 16 piani da fare. Sako mi ha telefonato mentre cucinavo, dicendomi che era già a cena da Sean ma che sarebbe venuto in ogni caso, visto che avevo preparato (che gentile… strano!), ma che sarebbe venuto prima per non tornare a casa e farsi le scale due volte…
E’ arrivato per primo e ho passato una delle mezz’ore più carine con lui!! Era felicissimo di essere tornato, ma stanco morto… Sono uscita dal bagno e l’ho trovato steso sul mio letto a lamentarsi che era stanco… Mi ha presa e mi ha abbracciata e baciata, poi ha iniziato a fare il matto… e io la bambola. Non so dove abbia preso tutta quella forza se era davvero tanto stanco, mi ha fatta fare mille capriole, giravolte, solletico, morsi, di tutto. Non sto a dire in che stato ero quando mi sono liberata. Devastata. Ma così felice!!! Lui a sentire me che strillavo cercando di liberarmi mi ha chiesto “Ma non ti sono mancato???” al che gli ho fatto notare che era una settimana che non lo sentivo affatto, e che neanche sapevo quando sarebbe tornato… e lui allora mi ha detto che aveva avuto tanto da fare a Ningbo che non aveva sentito manco suo fratello, e che gli si era rotto il cellulare quindi aveva perso tutti i numeri (il che è vero, confermo). Mi ha anche detto che a Shanghai è solo passato a prendere il suo amico, non si è fermato (quindi niente incontri clandestini con l’italiana trentina… almeno per ora). Poi mi ha chiesto se ero contenta che fosse così ‘iper’, visto che una volta gli ho detto che quando torna dai suoi viaggi è sempre depresso. Mi ha detto che fra poco avrebbe preso la macchina e che allora mi avrebbe portata in giro. Poi siam finiti a parlare della Sardegna e quando gli ho detto che ho dei parenti lì che sarebbero contentissimi di ospitarmi con un amico mi ha detto che allora possiamo andare, e che non importa se è lontano un’ora dal mare, che affittiamo una macchina e andiamo in giro! Io ormai pensavo già ad avvertire mia zia, ero già altro che in Sardegna! Già pensavo a dove l’avrei portato e a come organizzare un tour… Sono veloce a fantasticare io, eh??
Comunque alla fine sono arrivati anche gli altri, Sako ha voluto assaggiare tutto anche se aveva già mangiato, e hanno apprezzato, soprattutto le polpette!!!! Gli avevo detto di portare una baguette e hanno apprezzato parecchio fare il ‘puccetto’ nel sugo… La ricetta del risotto ai peperoni la trovate qui, anche se la prima volta era venuto più buono perché per soffriggere la cipolla avevo usato l’olio di troppo di un sugo che avevo fatto. Per le polpette invece… here it is!!

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Ingredienti:

per il sugo:

1/2 cipolla
1 bottiglia di conserva (io ho trovato la Cirio qui… ho detto massì, spendiamoli sti soldi, purché sia buona! Ed era buona, buona, buonissima)
sale
basilico

per le polpette:

300 g macinato misto maiale e vitello
1/2 patata bollita
parmigiano grattugiato
pane raffermo ammollato nel latte
prezzemolo tritato
sale
1 uovo
pepe
cubetti di galbanino

Fate un sugo molto semplice, rosolando la cipolla tritata finemente in un po’ d’olio evo, poi aggiungete la passata, e salate. Lasciate cuocere a fiamma bassa coperto, mescolando di tanto in tanto. Se avete il basilico fresco ci starebbe da dio, io ho dovuto metterne una spolverata di secco, ma non mi piace affatto. Assaggiate per controllare il sale e poi spegnete, dopo una ventina di minuti (non sono sicura… spegnete quando pensate che sia il momento giusto, considerando che cuocerà ancora con le polpette, altri 20-30 minuti).

Per le polpette ho messo per prima cosa del pane duro in ammollo in del latte freddo, finché non l’ha assorbito ed è diventato una pappetta morbida.
Ho mischiato la carne con l’uovo, la patata schiacciata, poi il pane ammollato, e ho aggiunto una bella spolverata di parmigiano, sale, pepe e prezzemolo. Ho mischiato bene bene, a seconda della consistenza potete aggiungere una spruzzata di latte. Le mie erano molto molto morbide.
Prendete un po’ di composto con le mani, fate delle palline (a me piacciono le polpette piccole), a piacere potete inserire all’interno un cubetto di galbanino, chiudetele e passatele nel pangrattato. Rosolatele in poco olio (io ne ho usato davvero pochissimo, giusto per dare un po’ di consistenza creando la crosticina altrimenti mi si sarebbero rotte), giratele una volta, delicatamente, poi mettetele su uno scottex.
Piano piano, con delicatezza, fate scivolare le polpette nel sugo, in modo che siano coperte quasi, poi coprite e lasciate cuocere, per circa 20-30 minuti. Insomma, regolatevi in base alla densità che desiderate avere nel sugo… A me liquido non piace, quindi ho lasciato cuocere…

… Fantastiche!!! No davvero, sono stata contenta. Anzi sarò ancora più sincera: appena le ho assaggiate non mi sembravano niente di che, ma la salsa!!! Ero contentissima di averli avviati di portare il pane perché io quel sugo me lo sarei mangiato anche a cucchiaiate! Poi però loro hanno apprezzato moltissimo, anche la sorpresina del formaggio filante dentro (in cottura fuoriuscirà un pochino, ma non preoccupatevi, poi lo troverete comunque nelle vostre polpettine! Lo vedete dalla foto), e io pure, alla fine, dopo che Ale mi ha detto che se le sarebbe mangiate tutte, dopo aver ritrovato i sapori della cucina di casa…
In ogni caso il giorno dopo le ho trovate molto migliori! Delle signore polpette!!! Molto molto fiera di me!!
Prima volta anche per le polpette… Figuratevi che avevo le foto di quelle fatte in casa da mia mamma a settembre, che avrei voluto postare, ma mia mamma non usa mai esattamente gli stessi ingredienti… ogni tanto aggiunge una fetta di prosciutto, o mortadella, o tacchino… o un’ala di pollo tritata… a seconda degli avanzi che deve far fuori. Ma non mette mai la patata, non so perché a me è venuto di metterla. E così non vengono mai uguali. A volte sono la fine del mondo, a volte no… Io sono molto fiera delle mie!!

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Tornando a Sako quella sera saremmo dovuti uscire ma lui non si sentiva tanto bene così ha preferito tornarsene a casa… :(! Io ero tutta conciata per uscire ma poi sul taxi gli ho chiesto se voleva che stessi con lui. Lui mi ha detto che non voleva che rinunciassi a divertirmi per stare con lui, che ero già tutta pronta per uscire… Gli ho chiesto se gli avrebbe fatto piacere se fossi andata a casa sua a tenergli compagnia, e lui a dirmi che se volevo andare con gli altri non gli dispiaceva, non c’erano problemi, al che gli ho detto: “’Non mi dispiace’ non vuol dire ‘mi fa piacere’. Quindi, una volta per tutte, ti fa piacere se vengo, o non ti cambia niente???”. E lui di nuovo a dirmi che si sentiva in colpa a farmi saltare la serata, e che magari avevo voglia di uscire, non di stare in casa con lui. Uff… che fatica! A parte che ero stanca morta, poi parliamoci chiaro: avevo voglia di uscire, sì, ma finché sapevo che ci sarebbe stato anche lui!! Come avrei potuto divertirmi, con lui a casa a stare male, solo soletto?? Così gli ho detto “Sako, è una settimana che non ti vedo, ovvio che mi fa piacere stare con te! Quindi se vuoi vengo, non mi pesa per niente”. E lui, finalmente: “Allora vieni”.
A casa sua gli ho fatto la tisana al finocchio, ci siamo messi davanti alla tele e dopo un po’ mi si è addormentato tra le braccia. Mi stavo addormentando anch’io quando mi arriva un messaggino di Ale che mi ricorda che il mattino dopo ci saremmo dovute alzare presto per andare a Jimolu. Noi ci svegliamo e quando gli dico che visto che dormiva sarei andata via, mi ha pregata di restare e di non lasciarlo solo……^^^^^^ Il mio bambinone!!!!!
Poi va beh siamo stati ancora un po’ insieme, lui adorabile, infine ho rifiutato di fermarmi a dormire lì, anche se lui insisteva e se mi sarei fermata più che volentieri, e sono tornata a casa… Unico neo della serata: questo weekend torna a Shanghai, stavolta mi sa solo per divertimento.
Anzi quella sera era così stufo di stare male, che mi ha buttato lì la bomba… Da Shanghai me ne torno in Libano, sto coi miei, mi faccio curare, mi rimetto, mi rilasso, poi torno.
Aaaaaaarrrggghhhhhh!!! Ma starà qui un po’ più a lungo di 4 giorni, prima o poi????
Insomma… venerdì sera, tutto fantastico. Il sabato invece sono tonata a casa singhiozzando istericamente.

Saturday, November 21, 2009

I biscotti al cioccolato più buoni del mondo



Quando ho visto questa ricetta, e ho letto le prime righe... non solo l'ho archiviata, ma ho deciso all'istante che l'avrei tenuta per un'occasione speciale... in cui fare qualcosa di buono, nuovo senza l'angoscia del 'non so come verrà'. Dai, come si potevano avere dubbi sul risultato dopo una recensione del genere da una simile cuoca?? E così è stato... L'occasione era il saluto pre-mia partenza... la seconda, per dir la verità, in una serata organizzata coi miei due migliori amici. Poteva esserci occasione migliore di questa??
Hanno apprezzato, senza dubbio. E io pure (di nuovo... c'erano dubbi?).
Vi rimando a lei per la recensione (e le foto, che i suoi sono molto più belli) perché non potrei parlarne in modo migliore. Provateli, dire che ne vale la pena non basta.



Ingredienti:
Per 30 unità

farina 120 g
cacao 60 g
sale di Cervia* 1 cucchiaino
burro 115 g
zucchero 130 g + quello per impanarli
tuorlo 1
panna fresca 1 cucchiaio

ganache
panna 40 ml
miele 40 ml
cioccolato 60 g
burro 30 g

Preriscaldate il forno a 175 gradi. Setacciate farina, cacao e sale. Sbattete il burro con lo zucchero, magari con delle frusta elettriche, fino ad avere una crema morbida e spumosa, unite il tuorlo e la panna, continuate ad amalgamare. Aggiungete il mix di farina e mescolate bene in modo che sia ben incorporato. Otterrete un composto bricioloso, lavoratelo con le mani per renderlo una palla soda. Approntate una ciotolina piena di zucchero e foderate la piastra di carta da forno. Prelevate un cucchiaino di impasto, rotolatelo tra i palmi della mano per fare una pallina, rotolatela nello zucchero e posatela sulla piastra schiacciando lievemente. Continuate fino ad aver riempito la piastra, ponendo le palline a 2-3 cm di distanza. Affondate la punta del manico di un cucchiaio di legno in mezzo ad ogni biscotto per fare una rientranza abbastanza profonda ma senza bucare il biscotto.


Infornate per 10 minuti. Prelevate la teglia dal forno e se alcune rientranze hanno perso definizione premete leggermente mentre sono caldi. Dopo 15 minuti potete levarli dalla teglia e metterli su una gratella a raffreddare.
Preparate la ganache: tritate il cioccolato finemente, fate scaldare la panna e il miele su fuoco dolce, unite il cioccolato e mescolate bene per amalgamare. Unite il burro e mescolate ancora per avere una crema liscia. Fatela lievemente intiepidire e poi con un cucchiaino riempite subito le rientranze dei biscotti.


I biscotti si conservano fino a 5 giorni in una scatola di latta.
Note
- se usate del sale fine comune riducete la quantità a un cucchiaino scarso o a mezzo.
- se l’ambiente in cui preparate l’impasto è oltre i 18 gradi forse è meglio porre l’impasto in frigorifero per 35-40 minuti.
- le palline vanno schiacciate lievemente, se schiacciate troppo infatti il biscotto in cottura tende poi a spargersi in maniera antiestetica
- dato che mi è stato chiesto nei commenti preciso che i tempi di cottura sono i seguenti: dopo 10 minuti di cottura si toglie la teglia dal forno. Dopo 15 minuti che la teglia è fuori dal forno, si levano i biscotti dalla teglia e si fanno raffreddare magari su una gratella.

Tuesday, November 17, 2009

La ric(c)ottorta, ovvero la crostata (ricca) di ricotta





Ricetta risalente al 'mese italiano' presa da Tania. Io ci ho solo aggiunto delle gocce di cioccolato all'impasto (non mi smentisco mai ;P!), e lo zucchero a velo alla fine.

Ingredienti (per uno stampo da 26cm):
Per la Pasta Frolla:
200g di farina
75g di burro freddo a pezzi
85g di zucchero
1 uovo
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di lievito in polvere

Per il Ripieno:
500g di ricotta
40g di amido di mais (20g + 20g)
175g di zucchero
300ml di latte
3 uova (tuorli + albumi)
1 bustina di vanillina
gocce di cioccolato
80g di uvetta lavata ed asciugata (facoltativo)
50 g di cioccolato fondente (facoltativo)

Prepariamo la pasta frolla impastando rapidamente tutti gli ingredienti, formiamo la palla, la avvolgiamo nella pellicola e la lasciamo riposare in frigorifero per almeno 20'.
Trascorso il tempo, stendiamo l'impasto sulla spianatoia infarinata e la disponiamo nello stampo con il solo fondo coperto da carta forno, tagliamo l'eccesso per ricavare un bordo alto 4cm (questa operazione può anche essere fatta in anticipo, teniamo lo stampo in frigo fino a quando il ripieno non sarà pronto).
Io ho usato uno stampo a cerniera da 26 cm, forse Tania ne aveva usato uno più grande perché la sua torta dalle foto mi sembra più grande! In ogni caso, penso vada bene sia un 26 che un 28, a seconda dei vostri gusti e di quanta gente volete accontentare!

Intanto, in una pentola, mettiamo a fuoco spento lo zucchero con la vanilina e 20g di amido di mais, stemperiamo con un po' di latte, quindi versiamo quello rimanente e portiamo a ebollizione. Facciamo bollire per 1'-2', quando la crema vela il cucchiaio è pronta. Spegnamo il fuoco, trasferiamo la crema in una terrina, la copriamo con la pellicola e la lasciamo raffreddare.



A questo punto uniamo la ricotta e i tuorli alla crema e mescoliamo. Montiamo gli albumi con 20g di amido di mais e lo uniamo delicatamente, al composto precedente. Uniamo poi le gocce di cioccolato, mescolando il tutto.



Sul fondo della torta disponiamo l'uvetta e il cioccolato fondente tritato,



vi versiamo sopra il ripieno, lo livelliamo bene e inforniamo a 200° per circa 1h e 20' o fino a quando la superficie della torta non sarà bella dorata.



La sformiamo e la lasciamo raffreddare.



Volendo possiamo cospargere la torta con lo zucchero a velo!





Il signorino Sako è via da quasi una settimana e io non l'ho mai sentito. Vado a momenti, ogni tanto mi convinco a farla finita, ogni tanto mi dico massì, tanto poi sono quella che ci starebbe più male, quindi resistiamo fino a che mi è possibile...

Ho preso il ritmo della vita regolare, dopo lavoro palestra direttamente! Più che altro perché se torno a casa poi chi ha il coraggio di riuscire??? Fa troppo freddo!! Mi scoccia un po' perché all'ora in cui vado io non c'è quasi nessuno e quindi è noiosetto e non riesco a conoscere gente, ma d'altro canto preferisco così perché devo davvero dimagrire e quindi voglio dedicarmi al mio allenamento senza paure di farmi vedere in stati pietosi da eventuali (magari capitasse!) occidentali interessanti.
Però questa settimana non sono brava come quella scorsa, ho quasi finito il burro d'arachidi :(! Spero sia perché Sako è via e non mi voglio deprimere! Torna in settimana quindi poi non si sgarra più, hai capito Gaijina??? Almeno fino all'acquisto del forno!!! ;););)


Saturday, November 14, 2009

Risotto ai peperoni



L'ho già detto che ho scoperto di avere un certo talento per i risotti? Naaaaa, sto scherzando! Ma non mici ero mai dedicata prima d'ora, mia mamma è tanto brtava a farli che non sono mai intervenuta né ho mai messo becco se non per mangiarli! Però adesso mi ci sto dedicando e ci ho preso gusto!!! Senza neanche essere sicura di usare lo stesso procediemento, finora ho ottenuto degli ottimi risultati! Non è come la pizza, che mi crea terrore al solo pensiero perché temo di fallire... i risotti mi vengono!! Evvaiiiii!!!
Questo è stato sicuramente il migliore, una vera delizia... l'ho finito anche se era tanto, bruciava e non avevo più fame. Spero di ricordarmi esattamente come l'ho fatto, perchè ho improvvisato, come al solito da quando sono qui.

Ingredienti per 1 persona (porzione abbondante):
1/2 peperone giallo
1/2 peperone rosso
80 g riso
brodo vegetale q.b.
cipolla
olio
sale, pepe

Mettete a bollire il brodo, mentre fate imbiondire in poco olio la cipolla tritata fine. Aggiungete i peperoni tagliati a cubetti, mescolate e infine aggiungete il riso, e fate tostare.
Aggiungete il brodo, e lasciate cuocere mescolando di tanto in tanto.



Regolate di sale e di pepe, aggiungendo brodo se necessario.



Una volta cotto e asciugato, mantecate con quel che volete... Io non uso mai il burro, ma solo parmigiano... in questo caso ho usato una punta di quel formaggio spalmabile che avevo già usato qui.



Servite e gustate, con un'eventuale aggiuntina di pepe... è ottimo!!!


Thursday, November 12, 2009

Schiacciata-focaccia rosmarino e scalogno

Tornata in Italia a settembre, tra le cose che avevo da fare nel mese di 'vacanza', oltre a visite mediche, richiami di vaccinazioni, spese, visite ad amici e parenti, c'era anche:

- imparare a fare la pizza
- imparare a fare la pasta sfoglia
- sperimentare i Sacher-muffin
- la Splendida torta Maria
- provare la pizza col Mastrofornaio,

tutto in vista di un anno lontana da Auchan e Carrefour occidentali e quindi provvisti di tutto ciò che serve a me.
Già la pizza in casa mia è sempre stata vista come una sprta di incubo, perchè mia mamma per riuscire a farla ci ha messo anni (e non scherzo: anni), figuriamoci quando mi ha bocciato il Mastrofornaio che io pensavo di portarmi dietro per farla qui, dicendomi che lei l'aveva usato una volta, ed era venuto su uno schifo! E come la faccio la pizza là? -ho pensato. Sì sì, qui le bustine di agenti lievitanti le trovi pure, ma ti fidi te? Io no! Voglio mantenere la mia reputazione di cuoca discreta, e un amico di qui mezzo italiano ha provato una volta a farla, e in teoria avrebbe anche dovuto essere in gamba nel pizzaiolettare, ma a me quella pizza non è piaciuta proprio!!! A parte il fatto di metterci il Cheddar cheese al posto della mozzarella, per di più quello con so cosa dentro, fatto sta che era arancione carico e molto più saporito, ma poi, la pasta!!! La tirava col mattarello facendo una fatica enorme... asciutta e dura da poterci camminare sopra... e non l'aveva neanche fatta cuocere abbastanza. Insomma, non una pizza!! E io, per proporre una pizza così, piuttosto non la faccio.
Così, visto che in casa avevamo ancora una bustina Mastrofornaio, e io volevo anche imparare a fare la pizza, ma senza andare incontro a un falimento certo, mia mamma mia ha suggerito di fare la pizza normalmente, e di provare il mastrofornaio solo con una piccola quantità di pasta. Io però ne ho subito voluto approfittare per fare due esperimenti in una volta.... così mi sono cercata nel mio archivio una ricetta di focaccia per cui avevo tutti gli ingredienti, e via! Esperimenti riusciti!

La ricetta l'ho presa da Mikki, qui. Non mi ricordavo chi fosse la proprietaria, così ho copiato su google la prefazione della ricetta... e voilà, ecco il sito! Facile no? E questa è una frecciatina di sostegno a tutti i bloggers che in questi giorni hanno per solidarietà postato la crostata mele e mandorle di Adriano... Io non l'ho potuto fare, ma contribuisco a modo mio...

(copio pari pari... le mani congelano sulla tastiera!) Anzi no!! Copio pari pari ma ho fatto modifiche... per forza di cose, mica per altro!



Ingredienti: (Mikki mette le quantità per mezza dose, io io ho raddoppiato tutto... almeno mi sembra di ricordare così...)
250 g di farina 0 (io 500 di 00)
13 g di lievito di birra (io ho usato una bustina di Mastrofornaio)
50 g di patate lesse (100 g)
50 ml di acqua tiepida (100 ml)
25 ml di latte (50 ml)
50 ml di panna liquida (1oo ml)
25 ml di olio d'oliva (50 ml)
6 g di zucchero (boh... non mi ricordo ma la mia bilancia è vecchia, non vede i grammi, quindi avrò messo un 1/2 cucchiaino, credo...)
8 g di miele (a occhioooooooooooooo!!!!)
1 scalogno
rosmarino
sale

Ho insaporito per bene in una padellina il rosmarino con un goccio d'olio e lo scalogno e fatto freddare.



Ho messo la farina in una ciotola, aggiunto il lievito, lo zucchero, l'acqua, il latte, la panna, la patata schiacciata, l'olio, il miele, il rosmarino con lo scalogno ed infine il sale.
Ho impastato per una decina di minuti e messo a lievitare al caldo per un'ora e 1/2.





Ho steso in una teglia unta, si stende molto facilmente, ho aggiunto un altro goccio d'olio, un po' di sale e cotto a 240° fino a doratura (poco più di dieci minuti).





E' stata una grande soddisfazione, e un gran sollievo! Ok va bene, non era pizza, ma il lievito sembra che funzioni!! Mi sembrava strano, in effetti, perché so che alcune di quelle che io considero 'le grandi' (un nome a caso: Chiccamart), usano appunto il Mastrofornaio. Quando ho ricordato a mia mamma che lei mi aveva detto che non si era trovata bene, lei ha negato dicendo che non si ricordava di aver mai usato il mastrofornaio! Mamma mia, qui si inizia ad invecchiare!! ;)
Comunque, il mio risultato è stato buono... non esattamente come speravo, perchè le foto di Mikki sembrano una schiacciatina davvero croccantissima, mentre la mia era molto più una focaccia... ma non si può dire che non abbia cotto abbastanza!! Poco male, in ogni caso... ce la siamo pappata tutta, anche mio papà! Buonissima da mangiarsi tutta con le mani, a bocconi grossi.


Oh-mio-Dio!!!! Mi è appena venuto in mente che forse quella di Mikki era mezza dose, e io invece avevo raddoppiato tutti gli ingredienti... ecco perché avevo usato una bustina intera di Mastrofornaio!!! Chiedo perdono... tra i buoni propositi dell'anno nuovo ci sarà anche: scrivere i post subito dopo aver provato le ricette. In ogni caso, adesso ho corretto sopra...

Sunday, November 8, 2009

Torta cioccolato e pere

Un'altra coccola... ne ho proprio bisogno... Che brutto provare qualcosa per qualcuno che non prova lo stesso per te, e che non si rende nemmeno conto di quanto possa ferirti!
Sako è così carino in questi giorni, sempre di buon umore, mi chiama da lui a cucinare, mi loda, gioca con me, mi coccola, mi abbraccia, mi spupazza... Ieri mi ha invitata a cena, avrebbe cucinato Jack (io avevocucinato la sera prima, tra l'altro una cosa buonissima, ma non avevo la macchina foto... argh!!! va beh tanto è assolutamente da rifare!). Io vado, e di nuovo sono beata...
Poi però la discesa... Durante l'ultimo suo viaggio a Shanghai ha conosciuto una ragazza, italiana, del Trentino... una certa Juliana, che lavora a Shanghai nel campo della moda. In quei giorni erano sempre in giro per locali, quindi quando è tornato aveva il suo contatto, ovviamente.
Ieri si stavano scrivendo... lo fanno abbastanza spesso, non è la prima volta che vedo la faccia di lei sul suo profilo skype, sul computer di lui. Sembra carina, bionda, faccia regolare... (scusate... usare 'viso' mi sembrava troppo amichevole)... poi non si può capire molto da una foto, comunque non è un cesso.
Ieri mentre mangiavamo lui si è portato al tavolo il computer, e continuava a chattare con lei. Io con l'occhio a momenti strabico son riuscita a leggere un paio di frasi, poi ho lasciato perdere perché l'occhio mi si stava allungando per davvero, più leggevo più sarei stata male, e non volevo fare l'impicciona. Stavano flirtando apertamente, lei a chiedergli dimmi cosa pensi di me e lui a scriverle te lo dico fra 5 minuti, con tutte le stupide faccine e occhiolini e smile vari. Cretino. Almeno abbi il buon gusto di mangiare e poi di tornare dalla tua amichetta, o di farlo mentre io non sono accanto a te. A me basta poco, un attimo prima stavamo lottando sul tappeto ridendo e scherzando e lì invece mi son chiusa n un silenzio di concentrazione anti-lacrime e pieno di pensieri. Ecco perché era tutto contento di aver preso la patente e mi diceva dei suoi pani di andarsi a fare i weekend a shanghai, e di andar là per il capodanno, visto che cade di venerdì... Quando tempo passerà dal prossimo viaggio a Shanghai? Giovedì riparte per Ningbo, passerà da lì? Probabile che lo faccia. Accidenti! Finita la sua bella chiacchierata dongiovannesca ha avuto pure il coraggio di rendersi conto che c'era stato un cambiamento in me e di chiedermi se andava tutto bene... Stupido. Non che non va bene, diamine, come potrebbe andare bene?? Poi io ovviamente, consapevole che così facendo lo allontano solo di più, mi cerco di dare un contegno, di controllare il mio stato d'animo pensando che la decisione spetta a me, lui non mi ha mai promesso niente, se le cose così non mi vanno bene non ho che da finirle. E ovviamente non riesco a farlo. Alla fine ho dormito lì, male e parlando nel sonno, cosa che faccio quando non sono tranquilla. Litigavo in cinese con un commesso perchè non mi dava la farina giusta, io volevo la zhongjin mianfen e lui mi continuava a proporre la gaojin mianfen.
Stamattina ho levato le tende prima ancora che arrivasse Lucy, la segretaria, perché non riuscivo a sopportare la sua vista un minuto di più. E lui a peggiorare ancora la situazione dicendomi di far finta di niente, se l'avessi incontrata sulle scale... Ma cosa credi, che sia scema? Se mi vede andare via di qui alle 9 del mattino non credi che capisca che ho dormito qui? E poi, manco fosse la prima volta! Ste stupide apparenze!! Solo con me non se ne cura, non si nasconde mai manco quando si sta spianando la strada per un'altra tipa, per di più italiana!!

Insomma... sono triste, sono nervosa, sono debole oggi... fragile fragile come un bicchiere di cristallo... basta stringerlo un po' di più, e si rompe. Sto aspettando solo la giusta occasione per piangere un po'. Oggi mi son messa a fare la pasta sfoglia, perchè in qualche modo le mani le dovevo occupare... Ma voglio proporvi un dolce, una goduria calorica... per coccolarvi un po' con me.



La ricetta è di Nighty, la fatina buona.



Ingredienti:

PER LA PASTA
120 g di burro
80 g di zucchero
20 g di mandorle
1 bustina di vanillina
1 tuorlo
170 g di farina
1 cucchiaio di cacao

PER LA FARCIA
1 barattolo di pere sciroppate
300 g di cioccolato fondente
5 uova
50 g di burro
4 cucchiai di zucchero

Per la pasta: in una ciotola, mescolate la farina, le mandorle ridotte in polvere, lo zucchero, il cacao, la vanillina, fate la fontana e unitevi il tuorlo e il burro, quindi impastate per amalgamare gli ingredienti.
Stendete la pasta e rivestite una tortiera di 24cm. di diametro, ponete in frigorifero a riposare per 30 minuti. Coprite con carta da forno e legumi secchi e cuocete a 180° per 20 minuti.

Per la farcia: sbattete i tuorli con lo zucchero fino a renderli spumosi, quindi unitevi il cioccolato e il burro sciolti; montate gli albumi a neve e incorporateli al composto.

Disponete le pere a spicchi sul fondo della crostata, versate la crema di cioccolato e livellate con un cucchiaio. Cuocete a 180° per 15 minuti, sfornate e lasciate raffreddare.



Secondo me la mia è troppo bagnata, mi ricordo che quando l'ho fatta avevo avuto problemi di tempo (infatti non ci ho manco messo lo zucchero a velo, vergogna!!! Voi andate a vedervi che bella che è dalla padrona di casa...), ma son passati più di due mesi e sinceramente non mi ricordo...



La torta comunque è cioccolatosa al massimo, avvolgente, morbida, cremosa. A me che in genere non amo l'accostamento frutta-cioccolato perchè il cioccolato si sente poco, stavolta non ha dato il minimo fastidio.. anzi le pere ci stavano proprio bene, in quell'ammasso cioccolatoso!!! L'ho preparata per la ragazza del mio migliore amico, su richiesta di lui... spero abbiano apprezzato, anche se era un po' pesantuccia per un dopo-cena... Ma adesso, chissà se basterebbe, per tirarmi su??


Sunday, November 1, 2009

Torta salata ricotta e piselli

Sempre durante il mese trascorso in Italia, ho fatto questa ricetta... ce l'avevo in archivio da un po', ad aspettare, così ho approfittato di una festa con amici dei miei per prepararla... ognuno doveva portare qualcosa, così io ne ho subito approfittato per sperimentare! E' stato in quella stessa occasione che ho assaggiato il pecorino più buono del mondo, che poi ho ordinato per portarmelo via, e che adesso si trova, ancora intatto, nel frigo di Sako.
Ma torniamo alla torta, di cui vi riporto la ricetta pari pari all'originale... Mi è piaciuta, il gusto è delicato ma consistente... unica nota: secondo mia mamma c'erano troppi piselli.

E' perfetta da portare per qualche pranzo o picnic perché da tiepida o fredda è meglio ancora, e poi a mio parere è molto coreografica, non trovate?




Ricetta di Tania.

Ingredienti (per uno stampo da 24cm):

Per la Pasta Brisé:
200g di farina
100g di burro freddo a pezzi
50ml di acqua fredda
1 pizzico di sale

Per il Ripieno:
450g di piselli
100g di prosciutto cotto
1/2 cipolla
1 tazzina d'acqua
500g di ricotta
2 cucchiai di grana padano
3 uova
100ml di panna
5 foglie di menta
olio di oliva q.b.
sale q.b.
pepe q.b.


Prepariamo la pasta brisé (qui ci sono le foto dei passaggi per la realizzazione) lavorando rapidamente prima la farina con il sale e il burro; quando il composto diventa sabbioso, aggiungiamo l'acqua e impastiamo, formiamo la palla, avvolgiamola nella pellicola e lasciamo riposare in frigorifero per almeno 30'.
Trascorso il tempo, la stendiamo sulla spianatoia leggermente infarinata e la mettiamo nello stampo con il solo fondo coperto da carta forno, tagliamo l'eccesso in modo da formare un bordo alto 4cm (questa operazione può essere fatta in anticipo, teniamo lo stampo in frigo finché il ripieno non sarà pronto).
Per il ripieno: in una padella scaldiamo l'olio, facciamo soffriggere la cipolla affettata, uniamo i piselli, li mescoliamo e aggiungiamo la tazzina di acqua. Lasciamo cuocere per circa 10' o comunque finché l'acqua non si sarà asciugata. Tagliamo il prosciutto a listarelle e lo uniamo ai piselli oramai asciutti, mescoliamo, lasciamo cuocere per 1', spegniamo il fuoco e lasciamo raffreddare. In una terrina, mescoliamo bene la ricotta con le uova, il grana padano, la panna, le foglie di menta ridotte in pezzi piccoli, il sale e il pepe, quindi aggiungiamo i piselli (possiamo tenerne qualcuno da parte per la decorazione) con il prosciutto.
Ora, mettiamo il composto ottenuto nella base di pasta brisé e inforniamo a 200°-220° per circa 1h e 20' o comunque fino a doratura (io ho usato il forno a gas):
Sformiamo e lasciamo raffreddare. Decoriamo con i piselli e qualche foglia di menta.
Può essere mangiata sia tiepida che fredda.



Baaaaa.... sono abbalata. Tutta colpa di quel dannato condizionatore sulla mia schiena l'altra sera! Già non ero wow, quello mi ha dato il colpo di grazia! Ieri mi sentivo in punto di morte, la sensazione alla gola era insopportabile! Poi son stata al caldo senza uscire tutto il giorno e oggi mi sembra trasformato in un pesante raffreddore... speriamo di aver bloccato la tracheite! Domani non lavoro così spero di riuscire a rimettermi completamente, fare lezione urlando e cantando e sudando come al solito credo mi ammazzerebbe... Per dipiù, ieri sera ho saputo che Sako torna oggi!! Ma come, non aveva detto 6 giorni?? Io che da ammalata ero riuscita a trovare un buon motivo perché rientrasse così tardi (sono un essere mostruoso al momento), eccomi servita! Accidenti, dopo tutto sto tempo in che condizioni pietose mi troverà?

Comunque a Qingdao il tempo è assolutamente impazzito... 10 giorno fa andavo a correre in pantaloncini e canottiera e ieri era inverno assoluto! Stamattina vedevo scendere qualcosa dal cielo ma non ci ho prestato molta attenzione, poi un vicino è venuto a dirci di ritirare i vestiti stesi perché... stava nevicando!!! Minuscoli fiocchi asciuttissimi, ma sempre neve era!! Ecco perché si gela con tre maglie e il plaid addosso!! Adesso c'è il sole, ma si continua a gelare. Ma il riscaldamento, quando pensano di accenderlo?? Non so cosa darei, in questo momento, per avere un forno... cucinare scalda, occupa le mani e la mente, rilassa, e quando il profumo di torta si spande per la casa persino il freddo e l'inverno sembrano meno freddi.

Buona settimana a tutti i bloggers!!